In questo articolo ti spiegheremo cosa si intende per errore medico, chi sono i soggetti…
Qualche giorno fa fa, il 20 gennaio, si è spento un anziano di 80 anni: era ricoverato da un mese. Ed era in attesa di sapere se doveva essere sottoposto ad un intervento chirurgico oppure se le terapie che i medici stavano valutando sarebbero bastate per risolvere un problema di salute che aveva richiesto il trasferimento nel nosocomio del capoluogo. Non si saprà mai: a ucciderlo è stato il virus, preso in ospedale. Per i suoi familiari non ci sono dubbi.
“Tre giorni prima del ricovero – raccontano – era stato sottoposto a tampone molecolare perchè la sua patologia, una carnificazione polmonare, si risolveva solitamente con una terapia antibiotica. Abbiamo sospettato che avesse un’infezione da coronavirus, ma il tampone molecolare ha dato esito negativo”. Purtroppo le condizioni di salute dell’anziano non migliorano. Dopo una crisi respiratoria, pochi giorni prima di Natale, viene deciso il ricovero all’ospedale Cardarelli. “Anche in questo caso è stato sottoposto a tampone molecolare prima del ricovero. L’esito – ribadiscono – è stato negativo per la seconda volta”.
I primi giorni del nuovo anno alimentano l’angoscia dei familiari. Il virus entra nei reparti non covid del nosocomio contagiando complessivamente circa 60 persone tra operatori sanitari e pazienti: prima in Chirurgia (il 2 gennaio), dove muore una delle pazienti ricoverate – una donna di 74 anni – che contrae l’infezione, poi in Medicina (il 13 gennaio). Quando scoppia il focolaio e vengono riscontrati i primi contagi tra gli operatori sanitari, l’anziano 80enne viene sottoposto ad un tampone. Negativo anche questo.
Tuttavia, la famiglia non fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo. Il test molecolare viene ripetuto il 4 gennaio e ‘decreta’ la diagnosi di positività. Il 20 gennaio l’80enne, con i suoi polmoni già fragili, perde la battaglia con il covid.
“Abbiamo avuto la notizia del suo decesso alle 9.30 del 20 gennaio”, dichiarano con il dolore di chi non riesce a darsi pace per una morte considerata inspiegabile, o che si poteva evitare. “Avrebbe potuto vivere probabilmente ancora qualche anno: lui, del resto, non era una persona allettata. E in ospedale l’ultima volta che l’abbiamo visto era sorridente, camminava con le sue gambe. Quando è risultato positivo, è stato asintomatico fino al 14 gennaio. Poi, dopo una crisi respiratoria nella notte, è stato sei giorni con l’ossigeno. Il 20 è deceduto”.
Per i familiari la morte dell’anziano è dovuta alla gestione del Cardarelli, nell’ultimo anno trasformato in ospedale ‘misto’, nel quale si curano sia i pazienti covid e i malati non covid. E in questi giorni, dopo i funerali che si sono svolti in forma strettamente privata e dopo il disbrigo delle pratiche burocratiche, hanno capito che questa drammatica storia non può finire qui. “Per noi è un caso di malasanità. Ci riserviamo di sporgere denuncia per fare luce sull’accaduto”.
Fonte: https://www.primonumero.it/