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Sempre più spesso sentiamo parlare di malasanità in Italia, di errori medici commessi negli ospedali, al pronto soccorso o nelle RSA, ma quanto incidono effettivamente sulla situazione complessiva della sanità del nostro Paese? Ecco statistiche e tendenze in atto, confrontando la situazione italiana con il resto dell’UE.

Errori medici, quali avvengono più spesso?

In base ai dati raccolti, i reparti dove si sono verificati più sinistri sono ortopedia e traumatologia (20,3%), chirurgia generale (12,9%), nei pronto soccorso (12,6%) e in ostetricia e ginecologia (10,9%); naturalmente questo non significa che ci sia un maggiore rischio per il paziente in questi reparti, però è evidente che molti errori da parte di medici o personale sanitario avvengono con una frequenza preoccupante in certi ambiti e non in altri.

Di quali errori parliamo? Interventi chirurgici eseguiti male (38,4% dei casi), diagnosi non corrette che portano un danno al paziente (20,7% dei casi), terapie sbagliate (10,8%) e infezioni che si verificano negli ospedali o al pronto soccorso (6,7%).

Quanti decessi potevano essere evitati?

Uno degli aspetti più tragici della malasanità è senz’altro quello del decesso causato da un’inadempienza o da un errore di medici o personale sanitario. Per questo è stato calcolato il tasso di mortalità evitabile, cioè il numero di decessi che potevano essere impediti con cure appropriate. In questo c’è molta differenza fra le regioni, con il Trentino che spicca come area in cui questo valore è più basso (50,81 su 100.000 abitanti) e la Campania che purtroppo ha il primato del valore più alto (89,93).

La situazione sanitaria in Italia è più grave che altrove?

Per quanto concerne la situazione generale della sanità, come sappiamo alla luce di quello che sta accadendo negli ultimi mesi, l’Italia non è messa peggio di altri Paesi europei, però molte difficoltà derivano dalla mancanza di posti letto (sono 3,2 ogni 1000 abitanti a fronte di 5 come media UE), dai pochi infermieri (5,8 ogni 1000 abitanti a fronte di 8,5) e del fatto che molti medici sono anziani e la maggioranza è over 55, quindi andrà in pensione nel giro di pochi anni. Da queste statistiche si evince l’urgenza di investire sulla sanità pubblica per ridurre anche il numero di casi di malasanità. È in gioco la fiducia del paziente e anche la tenuta dei conti pubblici, poiché ogni risarcimento per malasanità costa allo Stato in media 96.831 €.

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