In questo articolo ti spiegheremo cosa si intende per errore medico, chi sono i soggetti…
Lo si attendeva da giorni, e finalmente è arrivata, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del Dl 183/2020 che prorogava al 31 dicembre 2021 il divieto di azioni esecutive nei confronti del SSN in ragione della pandemia prevista dal Dl 34/2020 fino al 31 dicembre 2020.
Secondo la Corte Costituzionale infatti, la norma che aveva bloccato le azioni esecutive nei confronti delle Asl fino al 31 dicembre 2020 era tollerabile ad origine, ma la misura è divenuta sproporzionata e irragionevole per effetto di una proroga di lungo corso e non bilanciata da una più specifica ponderazione degli interessi in gioco, che ha leso il diritto di tutela giurisdizionale, nonché, al contempo, la parità delle parti e la ragionevole durata del processo esecutivo.
La Presidenza del Consiglio aveva sottolineato la ragionevolezza della proroga in ragione dell’imprevedibile sviluppo della pandemia, che avrebbe reso necessaria, a tutela dell’«ottimale funzionamento delle strutture sanitarie», una durata del “blocco” delle esecuzioni più ampia, sia in termini assoluti, che in raffronto ad altre fattispecie (segnatamente, quella delle esecuzioni per rilascio di immobili ad uso abitativo). La contesa avanti la Consulta si è però conclusa con la dichiarazione illegittimità costituzionale dell’art. 3, comma 8, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, convertito, con modificazioni, nella legge 26 febbraio 2021, n. 21, che aveva appunto disposto la proroga del “blocco” per un intero anno, fino al 31 dicembre 2021.
“Un segnale forte e di speranza per tutte quelle vittime di malasanità che hanno perso un parente o che hanno vinto una causa accertando le responsabilità del sistema sanitario”, ha dichiarato l’Avv. Francesco Barucco. “Un provvedimento per il quale ho lottato con forza, da quando il Governo ha varato il Decreto Milleproroghe che è andato a bloccare i risarcimenti alle famiglie che hanno avuto la sfortuna di trovare un sistema sanitario non all’altezza”.